Gli esami del sangue
ESAME EMOCROMOCITOMETRICO
Attraverso questo esame vengono accertati
il numero e la condizione di tutte le cellule
che formano il sangue. Viene suddiviso in vari
sottoesami, ciascuno dei quali riguarda una
determinata componente del sangue. Vediamoli uno
per uno. LEUCOCITI (WBC) Viene
evidenziato il numero totale dei globuli bianchi
in un millimetro cubo di sangue: nel conteggio
sono calcolati tutti i tipi di globuli bianchi
(neutrofili, eosinofili, basofili, linfociti,
monociti). Questo esame serve a escludere la
presenza di infezioni e a stabilire se le difese
naturali svolgono correttamente il loro
compito. VALORI NORMALI: da
4.500 a 10.000, per uomini e donne.
- Un numero più basso può essere la
spia di una minore capacità dell’organismo di
difendersi dalle malattie, oppure di un generale
indebolimento del corpo.
- Un numero di leucociti più alto del
normale indica sempre un’infezione in corso
nell’organismo, oppure è un dato che si può
riscontrare in seguito a un'intossicazione. E’
fondamentale, però, andare a vedere quale tipo
di leucocita è presente in quantità anomala,
attraverso l’esame della "formula leucocitaria".
ERITROCITI
(RBC) Viene evidenziato il numero di globuli
rossi presenti in un millimetro cubo di sangue.
VALORI NORMALI: 4,5-5 milioni
per l’uomo; 4,2-4,6 milioni per la
donna.
- Un numero di globuli rossi inferiore
al normale è il segnale di un’anemia, tanto più
seria quanto più il numero di globuli è basso.
La quantità minima di globuli rossi
indispensabile per vivere si aggira intorno al
milione per millimetro cubo di sangue.
- Se i globuli rossi sono più numerosi
del normale, si è in presenza di un disturbo
chiamato genericamente policitemia. La
policitemia può essere il segnale di una
disidratazione dell’organismo dovuta a malattie
che portano vomito e diarrea. Può essere anche
in relazione con l’uso di farmaci contenenti
testosterone, oppure può essere dovuta a
enfisema polmonare o a malattie cardiache. Anche
l’elevata altitudine, quale si può trovare in
montagna, o un’intensa attività fisica condotta
per lungo tempo, possono determinare un aumento
di globuli rossi.
EMATOCRITO (HCT) Viene
evidenziato, in percentuale, quanto volume è
occupato dai globuli rossi in 100 millilitri di
sangue. VALORI NORMALI: 40-54%
per l’uomo; 3 6-46% per la donna.
- Una percentuale più bassa della norma
è sintomo di anemia, mentre una percentuale
più alta segnala policitemia. L’esame
ematocrito conferma le informazioni dell’esame
per il conteggio dei globuli rossi.
EMOGLOBINA (HGB) Indica la
quantità di emoglobina (la sostanza che dà
colore al sangue e trasporta l’ossigeno),
espressa in grammi, presente in un decilitro di
sangue. VALORI NORMALI: 13,5-18
grammi per gli uomini, 11,5-16,5 grammi per le
donne.
- Un valore basso di emoglobina è quasi
sempre associato a una diminuzione dei globuli
rossi, quindi viene interpretato come il segnale
di un’anemia, dovuta a una malattia del sangue
oppure a un’alterazione della funzionalità dei
reni o del fegato.
- Un valore più alto del normale si
riscontra invece nella policitemia, ossia in
presenza di un aumento del globuli rossi. Di
conseguenza, conferma la presenza di una delle
alterazioni di cui la policitemia può essere il
segnale, tra cui per esempio l’enfisema
polmonare (vedi "eritrociti").
VOLUME CORPUSCOLARE MEDIO
(MCV) Viene evidenziato il volume medio
dei globuli rossi, e può essere espresso in
micron cubi (è un’unità di misura utilizzata per
stabilire le dimensioni di elementi
microscopici). VALORI NORMALI: 82-98
micron cubi, per uomini e donne.
- Un volume alterato, sia maggiore sia
minore di quello normale, è sempre il segnale di
un’alterazione organica: questo dato, per essere
significativo, deve essere messo in relazione
con i risultati relativi all’emoglobina e agli
eritrociti.
CONTENUTO MEDIO DI
EMOGLOBINA Attraverso questa analisi
viene evidenziato il contenuto di emoglobina di
ciascun globulo rosso. Questo contenuto viene
espresso in picogrammi, cioè in un’unità di
misura utile per pesare elementi
microscopici. VALORI NORMALI: 27-32
picogrammi, per uomini e donne.
- Valori inferiori o superiori servono
a confermare quanto emerso dall’esame del
dosaggio dell’emoglobina (vedi emoglobina ed
eritrociti).
CONCENTRAZIONE MEDIA
DI EMOGLOBINA Mentre l’Mch (contenuto
medio di emoglobina) esprime il contenuto di
emoglobina di ogni singolo globulo rosso, questo
esame ne misura la concentrazione, ossia il
rapporto tra il suo peso e il volume del globulo
rosso in cui è contenuta. VALORI NORMALI:
32%-38%, per uomini e donne.
- Un valore inferiore è il segnale di
una forma di anemia. Può essere anche sintomo di
un’iperidratazione, ossia di un accumulo
eccessivo di liquidi nell’organismo.
- Un aumento rispetto ai valori normali
si riscontra nei casi di disidratazione
(conseguente, per esempio, a una malattia
febbrile associata a vomito e diarrea).
- Può essere, inoltre, la spia di una rara
malattia ereditaria, la sferocitosi,
caratterizzata da un’alterazione congenita dei
globuli rossi.
PIASTRINE
(PLTS) Viene
evidenziato il numero delle piastrine (le
cellule del sangue prodotte dal midollo osseo)
presenti in un millimetro cubo di
sangue. VALORI NORMALI: 150.000-500.000
per millimetro cubo, per uomini e donne.
- La diminuzione del numero delle
piastrine, detta trombocitopenia, si riscontra
in seguito a trasfusioni di sangue, oppure dopo
una cura prolungata a base di particolari
farmaci, quali antibiotici, barbiturici,
diuretici, sulfamidici, ipoglicemizzanti. Può
inoltre essere il segnale di varie malattie
organiche, tra cui:
- anemia
- carenza di vitamina B12 e acido folico
- mononucleosi infettiva e altre infezioni
virali
- leptospirosi
- linfomi
- malaria
- rigetto del rene in seguito a trapianto
- ipertiroidismo
- porpora
- endocardite batterica (per esempio,
conseguente a un’infezione da streptococco)
- tifo
- scarlattina.
- L'aumento del numero delle piastrine,
definito trombocitosi, può essere conseguenza
della prolungata assunzione di preparati a base
di vitamina B12 e acido folico, oppure può
essere in relazione con lo svolgimento di
un’intensa attività sportiva o con la
gravidanza: in questi due casi è considerato
fisiologico, ossia naturale e quindi non
significativo dal punto di vista medico. Può,
però, essere segno di una delle seguenti
malattie:
- morbo di Crohn
- anemia emolitica
- tumore.
FORMULA LEUCOCITARIA E’ l’esame
che stabilisce il numero e le caratteristiche
dei vari tipi di globuli bianchi o leucociti.
Eccoli, uno per uno.
NEUTROFILI
Viene
evidenziata la percentuale di neutrofili
presenti nell’intera massa sanguigna, la loro
forma e la loro dimensione. VALORI
NORMALI: 55%-70%, per uomini e donne.
- Se esiste qualche anomalia nella forma e
nella dimensione, viene segnalata
dettagliatamente dal medico analista: per questa
descrizione non esistono parametri standard,
ogni medico descrive quanto vede e dà le
indicazioni utili per ulteriori indagini.
- La diminuzione dei neutrofili può
essere il segnale di molte malattie, che il
medico deve poi individuare in base alla storia
personale del malato e ai sintomi manifestati.
Di seguito, sono indicati alcuni disturbi
possibili:
- infezioni batteriche (tifo, paratifo,
brucellosi, tubercolosi)
- infezioni virali (epatite, influenza,
rosolia, morbillo, varicella, mononucleosi
infettiva)
- malattie del sangue
- malnutrizione
- alcolismo.
- L’aumento dei neutrofili può, come
del resto la diminuzione, essere determinato da
tantissime cause, tra cui le più frequenti sono:
infezioni generalizzate o localizzate, provocate
più di frequente da streptococchi e più
raramente da altri batteri o da virus e funghi;
assunzione di ormoni steroidei o litio;
intossicazione da farmaci, quali clorpropamide,
serotonina, digitale, acetilcolina.
- In gravidanza, durante il puerperio, dopo
intensi sforzi fisici e nel periodo neonatale
l’aumento dei neutrofili è considerato
fisiologico, ossia naturale.
EOSINOFILI
Viene evidenziata la percentuale di eosinofili
presente nell’intera massa
sanguigna. VALORI NORMALI: 1%-4%, per
uomini e donne.
- La diminuzione degli eosinofili è
quasi sempre in relazione con una cura
prolungata a base di preparati contenenti
cortisone.
- Il loro aumento si riscontra in varie
malattie, tra cui le più frequenti sono:
- asma bronchiale
- orticaria
- febbre da fieno
- allergia ai farmaci
- malattie causate da parassiti
- scarlattina
- corea
- polmoniti
- malattie del sangue
- artrite reumatoide
- avvelenamenti
- malattie dello stomaco e dell’intestino.
BASOFILI
Viene evidenziata la percentuale di basofili
nell’intera massa sanguigna. VALORI
NORMALI: O%-1%, per uomini e donne.
- Una diminuzione dei basofili può
essere dovuta a cure prolungate a base di
preparati contenenti cortisone o progesterone, e
talora si riscontra durante la gravidanza.
- Può anche essere il segnale di varie
malattie, tra cui:
- disturbi della tiroide
- orticaria
- asma
- febbre da fieno.
- L’aumento dei basofili, che deve
sempre essere messo in relazione con gli altri
risultati (come del resto ogni singolo
risultato) può essere dovuto a:
- anemia
- morbo di Hodgkin
- diabete
- tubercolosi
- leucemia.
LINFOCITI
Viene evidenziata la percentuale di
linfociti nell’intera massa
sanguigna. VALORI NORMALI: 25%-35%, per
uomini e donne.
- La diminuzione dei linfociti, detta
linfopenia, si riscontra in seguito alle cure a
base di farmaci chemioterapici (contro i tumori)
e cortisone.
- Può essere il segnale di varie malattie, tra
cui:
- morbo di Hodgkin
- lupus eritematoso
- alterazioni dei reni
- Aids
- scompenso cardiaco.
- L’aumento dei linfociti, detto
linfocitosi, è fisiologico, ossia naturale nei
bambini di età compresa tra i 4 mesi e i 4 anni.
- Può essere il segnale di:
- pertosse
- mononucleosi infettiva
- parotite (orecchioni)
- varicella
- morbillo
- epatite virale
- toxoplasmosi
- infezioni croniche
- sifilide
- morbo di Addison
- morbo di Crohn.
- La presenza di linfociti atipici,
eventualmente segnalata, può essere dovuta a
varie malattie, tra cui:
- mononucleosi
- epatite virale
- parotite (orecchioni)
- morbillo
- cytomegalovirus
- polmonite virale
- pertosse
- brucellosi
- toxoplasmosi
- sifilide.
MONOCITI
Viene evidenziata la percentuale di
monociti presente nell’intera massa
sanguigna. VALORI NORMALI:
3%-8%.
- La diminuzione dei monociti non è
significativa dal punto di vista clinico
(medico).
- L’aumento dei monociti si riscontra
in varie malattie tra cui:
- leucemia
- artrite reumatoide
- lupus eritematoso
- arterite temporale
- tumore dell’ovaio
- tumore dello stomaco
- tumore della mammella
- tubercolosi
- sifilide
- endocardite batterica
- brucellosi
- tifo
- malaria
- candidosi
- mononucleosi infettiva
- colite ulcerativa cronica.
PROTROMBINA (PT)
E’ un esame con il quale si stabilisce il
buon funzionamento di uno dei meccanismi della
coagulazione, dovuto all’attività di particolari
proteine dette fattori.
- Sotto questa voce, nel foglio dei risultati
si trovano due sigle.
RATIO:
rappresenta il rapporto tra la capacità di
coagulare del sangue esaminato e la capacità di
coagulare di un sangue "sano" usato come
riferimento. In pratica, il sangue preso in
esame, o meglio la sua capacità di coagulare,
viene raffrontata con quella di un sangue che
coagula perfettamente: il risultato che si
ottiene nasce da questo rapporto. VALORI
NORMALI: 0,90-1,20.
- Un valore maggiore indica
un’alterazione del processo di coagulazione del
sangue, causata da una malattia o dall’uso di
medicine ad azione anticoagulante. Un valore
minore non è
significativo.
I.N.R.: questa sigla ha
lo stesso significato della Ratio, ma viene
sempre aggiunta a quest’ultima perché è un’unità
di misura più universalmente
riconosciuta. VALORI NORMALI:
0,90-1,20, per uomini e donne.
- Valori inferiori alla norma non sono
significativi dal punto di vista medico.
- Valori più alti si riscontrano in
presenza di disturbi del fegato (epatopatie), in
alcune malattie del sangue, e nelle persone
sottoposte a una cura a base di medicine ad
azione anticoagulante.
TEMPO DI TROMBOPLASTINA PARZIALE (PTT)
E’ un ulteriore esame per valutare la
normalità del processo di coagulazione del
sangue in rapporto a un sangue normale di
riferimento. VALORI NORMALI:
0,80-1,20.
- Una diminuzione rispetto alla norma
non è significativa dal punto di vista clinico.
- Un aumento dei valori si riscontrerà
in alcune malattie del sangue, nelle malattie
del fegato, oppure nel corso di una cura a base
di medicine ad azione anticoagulante.
UREA SIERICA (AZOTEMIA)
L’urea è prodotta dal fegato: è una
sostanza di scarto del metabolismo (cioè
dell’attività delle cellule) che viene eliminata
quasi completamente con le urine. Il 90 per
cento di urea è espulso con le urine e il 10 per
cento viene eliminato con le feci, il sudore e
la saliva. VALORI NORMALI: da 10 a 50
milligrammi per decilitro di sangue.
- Una diminuzione dell’urea rispetto ai
valori normali può essere conseguenza di una
dieta troppo povera di proteine (formaggio,
latte, carne, pesce, uova) e troppo ricca di
carboidrati (pane, pasta, dolciumi), oppure si
riscontra in varie malattie tra cui:
- ipotiroidismo
- alterazioni della funzionalità del fegato
- ritardo gestazionale (gravidanza oltre il
termine).
- Un aumento
rispetto ai valori normali può essere
conseguenza di un digiuno prolungato, oppure si
riscontra in tantissime malattie tra cui:
- insufficienza renale
- disidratazione
- emorragia
- ipertensione
- diabete
- pielonefrite
- arteriosclerosi
- calcoli renali
- ipertrofia prostatica
- ipertiroidismo
- traumi con schiacciamento
- malattie febbrili
- malattie infettive
- disidratazione
- insufficienza cardiaca
- epilessia e altre malattie che interessano
il sistema nervoso
centrale.
GLUCOSIO
(GLICEMIA) Il glucosio è la quantità di
zucchero presente nel sangue. I valori normali
della glicemia dipendono dalla quantità di
zucchero immessa nel sangue con gli alimenti e
dalla capacità dell’organismo di
smaltirla. VALORI NORMALI: 60-110
milligrammi per decilitro di sangue.
- Una diminuzione del glucosio rispetto
a valori normali si riscontra nel corso di diete
povere di zuccheri o in seguito a digiuno
prolungato, oppure può essere conseguenza dello
svolgimento di un’attività fisica molto intensa.
- Può, inoltre, dipendere dall' assunzione
prolungata di particolari farmaci (salicilati,
antitubercolari), oppure può essere anche il
segnale di varie malattie tra cui:
- alterazioni a carico del fegato
- ipotiroiclismo
- intolleranza al fruttosio.
- Un aumento del glucosio è sempre il
segnale di diabete mellito, la malattia
caratterizzata dallo scorretto utilizzo degli
zuccheri da parte
dell’organismo.
CREATININA La creatinina è una delle
componenti dell’urina e con l’urina viene
eliminata. Il suo dosaggio rappresenta uno dei
mezzi più attendibili per valutare la
funzionalità dei reni. VALORI NORMALI:
0,60-1,20 milligrammi per decilitro di
sangue.
- La diminuzione della creatinina si riscontra
nelle seguenti eventualità:
- atrofie muscolari
- tumore della prostata
- gravidanza.
- L’aumento della creatinina rispetto
ai valori normali può essere il segnale di vari
problemi tra cui:
- alterazione dell’attività dei reni
- poliartrite
- scompenso cardiocircolatorio
- ipertiroidismo.
BILIRUBINA La bilirubina è la sostanza
proveniente dalla distruzione dei globuli rossi,
ciascuno dei quali, dopo centoventi giorni di
vita, viene demolito. All’eliminazione della
bilirubina provvedono il fegato, l’intestino
(una parte viene espulsa con le feci) e i reni
(una parte viene eliminata attraverso l’urina).
- Viene divisa in diretta e indiretta a
seconda che si trovi legata chimicamente ad
altre sostanze presenti nel sangue (in questo
caso è diretta) oppure sia presente in forma
libera, ossia non legata ad altre sostanze
(allora è indiretta).
- Durante l’esame viene dosata la bilirubina
totale, la bilirubina diretta e quella
indiretta.
VALORI NORMALI BILIRUBINA
TOTALE: 0,20-1,20 milligrammi per decilitro
di sangue. VALORI NORMALI
BILIRUBINA DIRETTA: 0-0,2 milligrammi per
decilitro di sangue. VALORI
NORMALI BILIRUBINA INDIRETTA: 0,2-0,8
milligrammi per decilitro di sangue.
- Valori inferiori rispetto a quelli
normali, che riguardino tutte e tre le voci
relative alla bilirubina, possono essere
conseguenza dell’assunzione di barbiturici
oppure essere il segnale di:
- anemia
- tumore
- alterazione della funzionalità dei reni.
- L’aumento della bilirubina totale è
il segnale di un’alterazione della funzionalità
del fegato. Può inoltre essere diretta
conseguenza di una cura prolungata a base di
farmaci che alterano la funzionalità del fegato.
Tra questi sono da segnalare:
- tetracicline
- estrogeni e progesterone
- Fans (farmaci antinfiammatori non steroidei,
come i preparati a base di acido
acetilsalicilico)
- sulfamidici
- eritromicina
- acido nicotinico
- ciclopropano
- paracetamolo
- benzodiazepine
- metildopa
- fenacetina
- chinidina.
- L’aumento della bilirubina diretta
può essere causato da varie malattie, tra cui:
- alterazioni del flusso biliare
- epatite acuta
- cirrosi epatica
- ostruzione delle vie biliari
- atresia biliare.
- L’aumento della bilirubina indiretta
può essere dovuto a cure prolungate a base di
farmaci contenenti novobiocina, o da alcune
malattie tra cui:
- anemia
- talassemia
- porfiria.
ACIDO URICO
(URICEMIA) L’acido urico è una sostanza di scarto
del metabolismo che viene eliminata in gran
parte dalle urine, e in parte per via
intestinale. Rappresenta un importante indice
per la valutazione della presenza di
arteriosclerosi (formazione di placche nella
parete interna delle arterie). VALORI
NORMALI: 3,4 0-7 milligrammi per decilitro di
sangue.
- Valori inferiori possono essere
conseguenza di una cura a base di medicine
contenenti probenecid, sulfinpirazone,
allopurinolo, salicilati, cortisone, estrogeni,
metildopa, clofibrato.
- Può anche essere il segnale di una delle
seguenti malattie:
- alterazione cronica della funzionalità dei
reni
- anemia
- morbo di Hodgkin
- serie alterazioni della funzionalità del
fegato.
- Valori più alti rispetto alla norma
si riscontrano dopo digiuni prolungati e nel
corso di drastiche diete dimagranti, oppure
possono essere in relazione con un regime
alimentare troppo ricco di frattaglie e legumi.
Possono anche essere conseguenza di una cura a
base di farmaci chemioterapici o di raggi X,
oppure possono rappresentare il segnale di vari
problemi organici tra cui:
- gotta
- linfomi
- iperparatiroidismo
- tumori
- anemia
- morbo di Paget
- ascessi
- ustioni
- psoriasi
- gestosi (una malattia seria che può colpire
durante la gravidanza).
ELETTROFORESI
SIEROPROTEICA L’esame consiste nel
dosaggio delle varie proteine presenti nel
sangue: viene valutata sia la quantità totale
sia quella di ogni singola proteina. Le proteine
esaminate sono: prealbumina, albumina, alfa 1
globuline, alfa 2 globuline, beta globuline,
gamma globuline.
- Nel corso di questo esame viene valutato
anche il rapporto esistente nel sangue tra
l’albumina e le gamma globuline.
PROTEINE TOTALI
VALORI NORMALI: 6-8 grammi per
decilitro di sangue.
- La diminuzione delle proteine totali
può essere conseguenza di:
- digiuno prolungato
- dieta povera di proteine (carente di carne,
uova, formaggio)
- vomito
- diarrea
- problemi digestivi
- sindrome da malassorbimento
- alterazione della funzionalità del rene
- ustioni estese
- emorragie
- versamenti pleurici
- malattie del fegato
- ipertiroidismo
- malattie febbrili
- traumi
- interventi chirurgici
- tumori
- scompenso cardiaco.
- L'aumento delle proteine può essere
dovuto a:
- disidratazione
- mieloma
- morbo di Waldenstrom.
PREALBUMINA
VALORI NORMALI: 10-40 milligrammi per
decilitro di sangue.
- La diminuzione della prealbumina può
essere il segnale di:
- malnutrizione
- enterite
- colite
- epatopatia (alterazione della funzionalità
del fegato)
- ustioni
- ipertiroidismo.
- L’aumento della prealbumina si
riscontra nel morbo di Hodgkin.
ALBUMINA
VALORI NORMALI: 3,6-4,9 grammi per
decilitro di sangue.
- La diminuzione dell’albumina rispetto
ai valori totali può essere segnale di:
- digiuno prolungato
- dieta povera di proteine (per esempio
carente di carne, uova, formaggio)
- vomito
- diarrea
- problemi digestivi
- sindrome da malassorbimento
- alterazioni della funzionalità del rene
- ustioni estese
- emorragie
- versamenti pleurici
- malattie del fegato
- ipertiroidismo
- malattie febbrili
- traumi
- interventi chirurgici
- tumori
- scompenso cardiaco.
- L’aumento dei valori dell’albumina
rispetto ai dati considerati normali si può
riscontrare in caso di molte malattie, come:
- disidratazione dell’organismo (che può
comparire in seguito ad alcuni disturbi come la
diarrea)
- diarrea
- vomito
- eccessiva sudorazione.
ALFA 1 GLOBULINE
VALORI NORMALI: 0,10-0,41 grammi per
decilitro di sangue.
- La diminuzione delle alfa i globuline
rispetto ai valori normali può essere segnale
di:
- enfisema polmonare
- alterazioni del fegato
- alterazioni della funzionalità del rene.
- L’aumento dei valori delle alfa i
globuline può essere dovuto a:
- gravidanza
- assunzione di contraccettivi orali
- malattie infettive
- malattie infiammatorie croniche.
ALFA 2 GLOBULINE
VALORI NORMALI: 0,45-0,98 grammi
per decilitro di sangue.
- La diminuzione dei valori alfa 2
globuline può essere dovuta a numerose malattie
acute e croniche, come:
- artrite reumatoide
- epatite virale
- pancreatite
- diabete.
- L’aumento delle alfa 2 globuline può
invece essere in relazione con:
- infezioni batteriche
- traumi
- interventi chirurgici
- alterazione del funzionamento dei reni
- alterazioni della funzionalità del fegato
- diabete
- morbo di Hodgkin
- sindrome di Down (chiamata anche mongolismo,
è un’alterazione genetica).
BETA GLOBULINE
VALORI NORMALI: 0,58 - 1,07 grammi per
decilitro di sangue.
- La diminuzione delle beta globuline
rispetto ai valori normali può essere causata
da:
- malattie congenite che comportano una
carenza di proteine nel sangue (per esempio la
lipoproteinemia congenita)
- alterazioni della funzionalità dello stomaco
o dell’intestino.
- L’aumento delle beta globuline può
invece essere dovuto a:
- gravidanza
- cirrosi epatica
- alterazioni della funzionalità dei reni.
GAMMA GLOBULINE
VALORI NORMALI: 0,77-1,64 grammi
per decilitro di sangue.
- La diminuzione delle gamma globuline
rispetto ai valori normali può essere dovuto a:
- malnutrizione
- alterazione della funzionalità dei reni
- ustioni
- cure a base di farmaci immunosoppressori
(impiegati nella cura delle malattie
autoimmuni).
- L’aumento delle gamma globuline può
invece essere in relazione con moltissime
malattie, tra cui:
- epatite cronica
- cirrosi epatica
- infezioni batteriche sia acute sia croniche
- malattie causate da parassiti (per esempio
il "verme solitario")
- malattie autoimmuni
- tumori
- assunzione di droghe (tossicodipendenza).
RAPPORTO ALBUMINA/GLOBULINE
RAPPORTO A/G VALORI NORMALI:
1,20-2,20.
- Valori inferiori rispetto a quelli
normali possono essere il segnale di:
- infezioni croniche
- alterazioni della funzionalità dei reni
- alterazioni della funzionalità epatica.
- Valori superiori rispetto a quelli
normali si riscontrano invece in caso di:
- deficit congenito o acquisito degli
anticorpi
- linfomi
- leucemia.
COLESTEROLO
TOTALE Il colesterolo è un grasso presente nel
sangue, sintetizzato (cioè prodotto) dal fegato,
dalla corteccia surrenale, dalla cute,
dall’intestino, dalle ovaie e dai testicoli e
dall’aorta nella misura di 1 grammo al giorno,
mentre nell’organismo ne vengono introdotti,
attraverso la dieta, tra i 300 e i 600 grammi al
giorno.
- Viene suddiviso in Hdl (colesterolo buono) e
Ldl (colesterolo cattivo). Nel corso dell’esame
viene valutata sia la quantità di colesterolo
totale sia la quantità dell’Hdl e
dell’Ldl.
VALORI NORMALI DEL COLESTEROLO
TOTALE: 140-220 milligrammi per decilitro di
sangue.
- Valori inferiori si riscontrano in
seguito a una dieta troppo povera e restrittiva
oppure in caso di:
- ipertiroidismo
- alterazione della funzionalità del fegato
- anemia
- serie infezioni
- morbo di Addison
- broncopneumopatia cronica ostruttiva.
- L’aumento di colesterolo totale può
essere dovuto all’incapacità dell’organismo di
eliminare le sostanze grasse introdotte
attraverso l’alimentazione in quantità
esagerate.
- Può inoltre essere causato da:
- alterazioni della funzionalità del fegato
- diabete
- pancreatite
- porfiria.
COLESTEROLO
HDL Viene
definito anche colesterolo buono, poiché la sua
presenza ostacola la comparsa di arteriosclerosi
(formazione di placche nelle arterie).
VALORI NORMALI: 35-95 milligrammi per
decilitro di sangue.
- Valori inferiori rispetto a quelli
normali rappresentano in primo luogo un indice
di rischio per l’arteriosclerosi.
- Possono inoltre essere il segnale di:
- cirrosi epatica
- diabete
- dieta scorretta e carente di nutrienti
- alterazioni della funzionalità del fegato
- infezioni serie.
- Un aumento dell’Hdl è un ottimo
segno: il colesterolo "buono" protegge dal
rischio di arteriosclerosi e quindi di infarto
(oltre il valore di 55 milligrammi per decilitro
di sangue i rischi sono molto
bassi).
COLESTEROLO LDL E' il
cosiddetto colesterolo "cattivo" la cui presenza
costituisce un indice di rischio per
l’arteriosclerosi e, l’infarto. VALORI
NORMALI: 70-180 milligrammi per decilitro di
sangue.
- Una diminuzione rispetto ai valori
normali rappresenta un segno positivo, perché
significa che il rischio di arteriosclerosi è
molto basso.
- Un aumento rispetto ai valori normali
esprime un alto rischio di andare incontro
all’arteriosclerosi.
TRIGLICERIDI Sono gli altri tipi di
grassi presenti nel sangue. A differenza del
colesterolo possono essere introdotti solo
attraverso gli alimenti poiché non vengono
prodotti dall’organismo. VALORI NORMALI:
40-172 milligrammi per decilitro di
sangue.
- La diminuzione dei trigliceridi
rispetto ai valori normali può essere dovuta a:
- malnutrizione
- malassorbimento
- serie alterazioni del fegato
- ipertiroidismo
- iperparatiroidismo.
- L’aumento dei trigliceridi può essere
in relazione con un eccessivo consumo di bevande
alcoliche, oppure con una dieta troppo ricca di
zuccheri e grassi. Il dato, di frequente, è la
spia di disordini nel regime alimentare.
- Può anche essere la conseguenza di una cura
farmacologica a base di preparati contenenti
beta bloccanti, idroclorotiazide, estrogeni.
- Può inoltre essere il segnale di varie
malattie, tra cui:
- diabete
- alterazioni della funzionalità dei reni
- pancreatite acuta
- epatite virale
- ostruzione biliare
- ipotiroidismo.
FERRO Il ferro è la sostanza che
consente la produzione dell’emoglobina contenuta
nel sangue, da cui dipendono la respirazione e
il nutrimento di tutte le cellule
dell’organismo.
- Se non ci sono problemi, in una persona
adulta il ferro è presente nell’organismo in una
quantità che varia tra i 3 e i 5 grammi,
distribuita sotto forma di:
- ferro emoglobinico (65 per cento)
- ferro mioglobinico (3,5 per cento)
- ferro di deposito, cioè ferritina ed
emosiderina (27 per cento)
- ferro (di trasporto, detto transferrina
(0,1 per cento)
- ferro tessutale (0,2 per cento).
VALORI NORMALI: 59-158
microgrammi per decilitro di sangue.
- Una diminuzione della quantità totale
di ferro si riscontra quasi sempre durante lo
stato di gravidanza (specialmente dal sesto mese
in avanti) a causa di un aumentato fabbisogno.
- Può essere, inoltre, conseguenza di una
resezione gastrica (asportazione chirurgica
dello stomaco), oppure può essere il segnale di
varie malattie, tra cui:
- anemia sideropenica (carente di ferro)
- diarrea cronica
- emorragie
- tubercolosi
- endocardite batterica
- ascesso polmonare
- morbo di Crohn
- tumori
- carenza di vitamine C e B6.
- Un aumento del ferro rispetto ai
valori normali può essere in relazione con una
cura a base di preparati contenenti ferro,
oppure potrebbe essere il segnale di:
- malattie del sangue
- talassemia
- anemia perniciosa
- anemia sideroblastica
- emocromatosi
- alcolismo
- epatite acuta
- cirrosi
- insufficienza pancreatica.
TRANSFERRINA La transferrina è la
proteina che ha la funzione di trasportare il
ferro. E’ presente nel sangue sia in forma
libera, sia legata ad altre molecole di
ferro. VALORI NORMALI: 200-380
milligrammi per millilitro di sangue.
- La diminuzione della transferrina
rispetto ai valori normali può essere in
relazione con una carenza di proteine, e si
riscontra nei neonati e negli anziani.
- L’aumento della transferrina rispetto
ai valori normali si riscontra in gravidanza,
oppure può essere la conseguenza dell’assunzione
di contraccettivi orali (estroprogestinici).
- Può inoltre essere il segnale di un’anemia
ferrocarenziale (mancanza di
ferro).
PROTEINA C REATTIVA
(PRC) La proteina C reattiva è una sostanza che
si trova nel sangue di persone colpite da
malattie infiammatorie. Rappresenta, come la
Ves, un indice di infezione acuta.
- Dosarla più volte nel corso di malattie
reumatiche, di broncopolmoniti o di altre
malattie infiammatorie è molto importante,
perché la sua eventuale diminuzione conferma che
la cura intrapresa determina gli effetti
curativi sperati.
VALORI NORMALI:
assente.
- Se a fianco della voce PRC c’è il termine
"positivo", significa che la proteina C reattiva
è presente nel sangue. Questo dato si riscontra
in tutti i casi di:
- infezioni batteriche
- infezioni virali
- infarto del miocardio (infarto del cuore)
- ustioni
- reazioni di rigetto in seguito a trapianto
del rene.
- La proteina C reattiva risulta positiva nel
90 per cento dei casi di:
- artrite reumatoide
- infezione batterica acuta
- febbre reumatica
- epatite virale
- pancreatite acuta.
- E’ invece positiva nel 60 per cento dei casi
di:
- tubercolosi in fase acuta
- gotta
- tumori maligni
- peritoniti
- cirrosi.
- Risulta positiva nel 30-40 per cento dei
casi di:
- sindrome di Guillan-Barré
- scarlattina e varicella
- sclerosi multipla
- convalescenza post-operatoria
- utilizzo di dispositivi intrauterini
(spirale).
CREATINFOSFOCHINASI
(CPK) La creatinfosfochinasi è un enzima
presente in alte concentrazioni in tutti i
muscoli, compreso quello cardiaco (cuore), nelle
ossa e, in misura minore, nel tessuto cerebrale.
- Il suo compito è di garantire il buon
funzionamento delle cellule.
VALORI
NORMALI: 23-190 unità per litro di
sangue.
- Una diminuzione rispetto ai valori
normali non è significativa.
- Un aumento
del valore normale si riscontra in varie
malattie, tra cui:
- distrofia muscolare
- infarto del miocardio (cuore)
- cardiopatie
- angina pectoris
- miocardite
- alcolismo
- embolia polmonare
- edema polmonare
- ipotiroidismo
- infarto cerebrale
- malattie infettive
- febbre.
PSEUDOCOLINESTERASI La pseudocolinesterasi è un
enzima prodotto dal fegato. Costituisce un
indice per valutare l’attività
epatica, VALORI NORMALI: 3000-9000
unità per litro di sangue.
- Una sua diminuzione può essere
conseguenza di un trattamento a base di
succinicolina, oppure può essere il segnale di
varie malattie tra cui:
- epatite virale
- necrosi epatica
- cirrosi epatica
- ascessi
- infezioni acute
- anemia
- infarto del miocardio (cuore).
- Un aumento rispetto ai valori normali
può essere in relazione con un forte sovrappeso,
oppure potrebbe essere il segnale di:
TRANSAMIASI Le transaminasi sono enzimi
presenti nel sangue in due diverse forme
denominate GOT (oppure AST) e GPT (oppure ALT).
Costituiscono principalmente un indice per
valutare la presenza di alterazioni della
funzionalità del fegato GOT (OPPURE
AST) VALORI NORMALI: 10-45 unità per litro
di sangue (maschi); 5-30 unità per litro di
sangue (femmine). GPT (OPPURE
ALT) VALORI NORMALI: 10-40 unità per litro
di sangue (maschi); 5-35 unità per litro di
sangue (femmine).
- Una diminuzione dei due enzimi
rispetto ai valori normali si riscontra in
gravidanza.
- Può però anche essere il segnale di:
- seria alterazione delle cellule del fegato
- complicazioni del diabete (chetoacidosi
diabetica).
- Un aumento dei due enzimi rispetto ai
valori normali è possibile nel periodo
successivo a un intervento chirurgico.
- Può inoltre essere in relazione con il
sovrappeso oppure essere la conseguenza
dell’assunzione di preparati a base di
isoniazide, rifampicina, antiMao, metilDopa.
- Si rileva anche in varie malattie tra cui:
- infezioni del cuore (miocarditi)
- insufficienza cardiaca
- aritmie
- epatite virale
- cytomegalovirus
- mononucleosi infettiva
- alcolismo
- cirrosi epatica
- malattia di Wilson
- distrofia muscolare
- traumi
- lupus eritematoso
- anemia emolitica
- leucemia
- pancreatite.
RAPPORTO GOT/GPT (OPPURE
AST/ALT) Questo dato esprime la proporzione in
cui si trovano i due enzimi. VALORI
NORMALI: 0,7-1,4.
- Una diminuzione rispetto ai valori
normali si riscontra nell’epatite virale.
- Un aumento rispetto ai valori normali
può essere conseguenza di:
- intossicazione da farmaci
- alcolismo
- cirrosi epatica
- tumore del fegato
- epatite cronica.
AMILASI L’amilasi
è un enzima prodotto da: pancreas, ghiandole
salivari, fegato, intestino tenue, reni, ovaio.
Viene eliminato principalmente con le urine ed è
un indice per la valutazione della funzionalità
del pancreas. VALORI NORMALI: 35-115
unità per litro di sangue.
- Una diminuzione rispetto ai valori
normali non è significativa.
- Un aumento dell’amilasi rispetto ai
valori normali si riscontra in seguito a
interventi chirurgici al viso. Può essere
conseguenza dell’ assunzione di preparati a base
di cortisone, morfina, codeina.
- Si rileva inoltre in caso di:
- pancreatiti acute
- ascesso al pancreas
- traumi al pancreas
- parotite (orecchioni)
- colecistite
- ulcera gastroduodenale perforata
- insufficienza renale
- trapianto di rene
- ustioni
- occlusione intestinale
- tumore al polmone
- tumore all’esofago
- tumore all’ovaio
- traumi cranici
- alcolismo
- gravidanza
extrauterina.
GAMMA GT (GAMMA-GLUTAMILTRANSPEPTIDASI)Si tratta
di un enzima contenuto nel fegato, nel rene e
nel pancreas. Il suo dosaggio costituisce un
indice per la valutazione della funzionalità del
fegato. VALORI NORMALI: 6-28 unità per
litro di sangue (maschi); 4-18 unità per litro
di sangue (femmine).
- Una diminuzione del gamma GT rispetto
ai valori normali non è significativa.
- Un aumento si riscontra in seguito
all’assunzione medicine contenenti fenobarbital.
- Si rileva inoltre
in caso di:
- epatopatie
- alcolismo
- alterazioni a carico delle vie biliari
- pancreatiti acute e croniche
- tumori del fegato
- tumori del rene
- alterazioni del rene dovute al diabete.
FOSFATASI ALCALINA (AIPH)
La fosfatasi
alcalina è un enzima prodotto da: ossa, fegato,
intestino, placenta, rene, ghiandole salivari,
mammella. VALORI NORMALI: 50-190 unità
per litro di sangue.
- Una diminuzione rispetto ai valori
normali si rileva in caso di:
- scorbuto
- anemie serie
- ipotiroidismo.
- Un aumento della fosfatasi alcalina
può essere conseguenza dell’assunzione di
medicine contenenti testosterone, alfametilDopa,
metimazolo, eritromicina, sulfamidici, alotano.
- Si rileva inoltre in svariate malattie, tra
cui:
- cirrosi biliare
- atresia delle vie biliari
- osteite deformante
- iperparatiroidismo
- rachitismo
- morbo di Paget
- morbo di Cushing.
- alcolismo
- epatite virale
- cirrosi epatica
- mononucleosi infettiva
- fratture ossee
- intossicazione da vitamina D.
FOSFATASI ACIDA
PROSTATICA (SOLO PER GLI UOMINI) E’ un
enzima secreto dalle cellule ghiandolari della
prostata ed è presente nel liquido seminale.
- Viene considerata un indice per valutare
l’eventuale presenza di un problema a carico
della prostata (è la ghiandola maschile situata
in prossimità della vescica).
VALORI
NORMALI: fino a 0,6 unità per litro di
sangue.
- Una diminuzione della fosfatasi acida
prostatica non è significativa.
- Un aumento della fosfatasi acida
prostatica può essere segnale di:
- adenoma della prostata
- prostatite
- tumore della prostata
- infarto prostatico
- ritenzione urinaria
- tumore della vescica.
SODIO Il sodio è un sale normalmente
presente nell’organismo: il 40 per cento di esso
è contenuto nel tessuto osseo, mentre la
restante percentuale si trova nei
liquidi. VALORI NORMALI: 135-145
milliequivalenti (si tratta di una particolare
unità di misura) per litro di sangue.
- La diminuzione del sodio rispetto ai
valori normali può essere conseguenza di una
dieta povera di sale e di proteine, oppure può
essere in relazione con un consumo smodato di
birra.
- Può inoltre essere il segnale di:
- iperglicemia
- cirrosi epatica
- alterazioni della funzionalità del rene
- assunzione di diuretici
- malattie caratterizzate da vomito e diarrea
- peritonite
- pancreatite.
- Un aumento
del sodio rispetto ai valori normali si
riscontra invece in caso di:
- diabete insipido
- insufficienza renale cronica
- cachessia dell’età avanzata
- malattie endocrine
- confusione mentale
- febbre alta.
POTASSIO Il
potassio è un sale contenuto principalmente nei
muscoli volontari (sono quelli che compiono i
movimenti guidati dalla volontà), nel sangue,
nello scheletro e nel cervello.
- Una significativa diminuzione del
potassio rispetto ai valori normali (inferiore a
2 millequivalenti per litro di sangue) deve
essere considerata una situazione di emergenza
poiché può determinare la comparsa di serie
alterazioni del battito del cuore.
- Va, dunque, sottoposta prontamente
all’attenzione del medico, il quale dovrà
provvedere alla somministrazione, per via
endovenosa, di una soluzione fisiologica o
glucosata (contenente zucchero).
VALORI
NORMALI: 3,50-5,30 milliequivalenti per litro
di sangue.
- La diminuzione rispetto ai valori
normali può essere conseguenza di una ridotta
introduzione del potassio con gli alimenti (come
accade in caso di anoressia mentale o di diete
carenti di vegetali).
- Si riscontra inoltre in caso di:
- tireotossicosi
- avvelenamento da bario
- assunzione di insulina per iniezioni
- leucemia.
- L’aumento del potassio si riscontra
in seguito all’assunzione di preparati
sostitutivi del comune sale da cucina, oppure
può essere in relazione con una cura prolungata
a base di penicillina.
- Può anche essere conseguenza di una
trasfusione di sangue o di una chemioterapia.
- Si riscontra, inoltre, in caso di:
- insufficienza renale acuta e cronica
- pielonefrite
- malattie caratterizzate da febbre e vomito
- morbo di Addison
- leucocitosi
- trombocitosi.
CALCIO Il calcio contenuto nel
sangue rappresenta circa l’1 per cento della
quantità totale di calcio presente
nell’organismo. Il 99 per cento del calcio è
distribuito nel tessuto osseo. VALORI
NORMALI: 8,50-10,50 milligrammi per decilitro
di sangue.
- La diminuzione del calcio rispetto ai
valori normali può essere diretta conseguenza
dell’assunzione medicine anticonvulsivanti
(barbiturici, idantoinici).
- Può inoltre essere il segnale di:
- ipoparatiroidismo
- rachitismo
- osteomalacia
- pancreatite
- cirrosi epatica
- insufficienza renale cronica
- carenza di magnesio
- tumore della prostata.
- L’aumento del calcio rispetto ai
valori normali si riscontra in caso di:
- iperparatiroidismo
- tumori ossei
- immobilizzazione prolungata
- intossicazioni da vitamina D
- ipertiroidismo
- morbo di
Paget.
FOSFORO
INORGANICO Il fosforo è contenuto per
l’80 per cento nelle ossa e per la restante
quantità nei muscoli e nei liquidi organici. Per
motivi ignoti, il suo aumento nel sangue
determina automaticamente una riduzione del
calcio. VALORI NORMALI: 2,50-4,80
milligrammi per decilitro di sangue.
- La diminuzione del fosforo rispetto
ai valori normali può essere dovuta a:
- eccessiva presenza di insulina
nell’organismo
- carenza di vitamina D
- rachitismo
- morbo di Wilson
- galattosemia
- malassorbimento intestinale
- assunzione prolungata di idrossido di
alluminio.
- L’aumento del fosforo si riscontra
invece in molti altri casi, per esempio:
- ipoparatiroidismo
- eccessiva introduzione di vitamina D
- insufficienza renale cronica
- morbo di Addison
- ipertiroidismo
- carenza di magnesio
- morbo di Paget
- ustioni serie.
VELOCITA’ DI ERITROSEDIMENTAZIONE
(VES) Questo
esame serve a indicare la velocità con cui i
globuli rossi sedimentano, cioè si depositano
nel fondo della provetta dividendosi dal sangue
in cui sono sospesi.
- La misurazione della Ves costituisce un
indice per valutare la presenza di infezioni o
tumori. Il risultato che si ottiene deve
comunque essere interpretato alla luce del
particolare contesto clinico, ossia in base al
singolo caso.
VALORI NORMALI: 0-10
millimetri all’ora (maschio); 15 millimetri
all'ora (femmine).
- La diminuzione della Ves rispetto ai
valori normali si riscontra in caso di:
- shock anafilattico
- anemia seria
- cachessia
- serie alterazioni a carico del fegato
- assunzione eccessiva di farmaci
anticoagulanti.
- L’aumento della velocità di
eritrosedimentazione può essere la spia di tutta
una serie di malattie, banali oppure severe.
Nella valutazione è molto importante tenere
conto anche del grado di aumento rispetto ai
valori normali.
- Valori superiori ai 90-100 millimetri
all’ora possono essere il segnale di:
- leucemia
- linfomi
- tumore della mammella
- tumore del polmone
- lupus eritematoso
- endocardite (infezione del cuore)
- encefalite
- polmonite
- artrite
- pielonefrite
- ascessi.
- Valori superiori, compresi tra i 50 e i 90
millimetri all’ora, possono essere il segnale
di:
- tumore (soprattutto del fegato)
- linfoma
- febbre reumatica
- artrite reumatoide
- tubercolosi
- epatite virale
- mononucleosi infettiva
- morbo di Crolin.
- Valori superiori, compresi tra i 20 e 50
millimetri all’ora si riscontrano nei casi di:
- anemia
- artrosi
- gotta
- colecistite
- malaria
- pertosse
- toxoplasmosi
- citomegalovirus
- cirrosi
- colite ulcerosa.
TITOLO
ANTISTREPTOLISINICO (TAS
OPPURE ASLO)Il
titolo antistreptolisinico, noto sotto il nome
di Tas, consiste nel dosaggio
dell’antistreptolisina, un anticorpo che si
forma nel sangue quando l’organismo viene
aggredito dallo streptococco beta emolitico del
gruppo A.
- In pratica, la produzione di
antistreptolisina costituisce la risposta
immunitaria allo streptococco beta emolitico di
gruppo A, responsabile di una serie di infezioni
tra cui le comuni tonsilliti.
- Un titolo elevato non è automaticamente
indice di infezione in atto o recente: può
essere considerato tale solo se risulta ancora
alto in un secondo esame ripetuto 2-3 settimane
dopo il primo.
- Contrariamente a quanto in genere si crede,
titoli alti non segnalano la malattia reumatica,
però dimostrano che il rischio di contrarla è
alto.
- Le cure a base di penicillina, che devono
essere effettuate in caso di infezione da
streptococco, non portano a una normalizzazione
del titolo che, una volta innalzatosi, rimane
elevato per sempre.
VALORI NORMALI:
minore di 200.
- Un aumento compreso tra 500 e 5000 si
riscontra in caso di:
- febbre reumatica
- alterazioni del rene dovute a un’infezione
da streptococco.
- Un aumento modesto, ossia compreso
tra 200 e 500 si riscontra in caso di:
- scarlattina
- tonsilliti da streptococco
- faringiti da streptococco
- eritema nodoso
- piodermiti.
HBSAG E’
l’esame con cui si ricerca il virus dell’epatite
B. In genere, il virus si trova nel sangue per i
2-5 mesi successivi all’infezione, dopodiché
scompare.
- Se persiste per oltre 6 mesi dalla comparsa
dell’epatite, segnala lo stato di portatore
cronico di epatite B (la persona può trasmettere
la malattia senza essere ammalata).
VALORE
NORMALE: negativo
- Se il risultato è positivo significa che il
virus è presente nel
sangue.
HCV
AB E’ l’esame attraverso cui si ricerca il
virus responsabile dell’epatite C. VALORE
NORMALE: negativo.
- Un risultato positivo segnala che il virus è
presente nell’organismo. Indica che l’epatite di
tipo C è stata contratta in epoca precedente;
oppure è in atto. In quest’ultimo caso, le
transaminasi risultano
aumentate.
HAV
IGG-IGM E’
l’esame attraverso cui si ricercano nel sangue
gli anticorpi, detti IgM e IgG, contro il virus
responsabile dell’epatite A. VALORE
NORMALE: negativo.
- Se l'IgG è positivo significa che
l’organismo è venuto semplicemente a contatto
con il virus dell’epatite A.
- Se le IgM sono positive vuol dire che
l’epatite di tipo A è in atto.
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